No, scusate, ma quanto è bello Pedro?
E’ calcisticamente bellissimo.
Sarà che ormai gli acquisti di Tare sono così standardizzati che quando vedi qualcuno leggermente diverso gridi allo stupore, però io lo trovo davvero splendido. 

Devo essere sincera, l’idea dello spagnolo alla Lazio sembrava buona già sulla carta, nella pratica c’ha messo zero a convincerci.
Molto più godibile dei vari Jony di turno, la mia sensazione era FAIGA già in partenza.
Ma proprio nel momento in cui mi ero già preparata la meravigliosa immagine dei meme impazziti all’indirizzo della società per il poco mercato regalandomi un momento di vero godimento, avevano ufficializzato l’incredibile passaggio dalla Roma alla Lazio di Pedrito.

Mamma mia quanto ho gongolato, QUANTO!
Ecchecc@zzo, oh, ma finalmente qualcuno a prezzo zero e meno pagato di un Durmisi qualunque che, con quel caspita di pallone tra i piedi, dà gioie a noi da casa che ci siamo sciroppiamo passivamente il martirio delle intuizioni di Tare da un ventennio!

Amo tutto, tutto dell’ex Barcellona.
Rappresenta IN PIENO il sentimento L-azionalpopolare .
Il fatto, comunque, è che tanti personaggetti che gravitano intorno all’orbita Formelliana dovrebbero avere un tempo massimo, una scadenza, una cosa tipo: “ti diamo 1 stagione e se in 1 stagione non vai bene, addio e risoluzione del contratto”.
Perché gente che bivacca lì da tempi immemori PER FORZA DI COSE finisce per essere del tutto insopportabile agli occhi del tifoso.

SIATE TUTTI PEDRO, SIEMPRE.

Però il Signore del trash a gennaio aveva allineato gli astri e fuori i due flop più costosi, Vavro e Muriqi… almeno per qualche mese.
Todavia, torniamo al discorso mio preferito tra i miei discorsi preferiti: Pedro Eliezer Rodríguez Ledesma, PEDRO pe’ l’amici.
In un’intervista per Radio Marca Tenerife, ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera e raccontato il forte legame che lo stringe proprio a Tenerife:

«Mi sento identificato anche con altri luoghi, ma la terra è la terra. Continuo ad essere strettamente legato all’isola. Anche con diversi progetti che ho a Tenerife. Sono consapevole di ciò che accade a Isole Canarie. È da dove vengo e ne sono orgoglioso.
Adattarsi? Per i canarini è complicato perché la vita è molto diversa. È un po’ difficile adattarsi, ma col tempo finisci per farlo perché coincide con più colleghi che vengono da altre parti della Spagna.
Quando sono arrivato a La Masía è stato un momento di grande incertezza. Sono andato con i miei genitori e il coordinatore di base è andato a cercarci. Per me è stato spettacolare arrivare lì per il test, è stato impressionante per me quello che ho vissuto lì. 
Essere ambidestri? Nel mio caso è il risultato di un duro lavoro. 
Lascio tutto aperto per il futuro, anche se è vero che ho una serie di fattori personali che complicano questa opzione. Vorrei essere più vicino al Barcellona per poter vedere di più i miei figli. 
Al momento ho ancora un anno qui alla Lazio con il mio contratto, e quando sarà finito vedrò cosa farò. Non so cosa succederà, ma per ora rimarrò qui e quando sarà finita vedrò dove andrò. Penso di avere ancora uno o due anni di calcio.».
Aveva le carte per piacere a noi laziali perché, a noi piacciono quelli strafottenti e che non ci fanno soffrire. 
Una cosetta semplice, insomma.
Simplemente, Xoxo.

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